| Moonglow
Titolo: Moonglow Autore: Lady_of_Glow Personaggi: Jacob Black/ Nuovo personaggio Rating: Verde-giallo Genere: Romantico - introspettivo Note: Post Eclipse
Salve! Più di un anno fa, quando l'idea di un continuo di Eclipse per il nostro Jacob era ancora originale, ho cominciato a scrivere questa fanfiction. Ha passato un anno burrascoso. E' stata interrota e riscritta, ripresa e rimollata, ritoccata e riaggiustata, ma adesso eccola qui. Accetto - e preferisco - commenti di ogni genere, anche segnalazioni su eventuali errori di battitura XD In seguito posterò anche un video con il cast e il trailer che ho scelto. Buona lettura, spero vi piaccia! ^^
1. Agony
Dove sei finito? Sentivo ogni tanto nella mia testa. Possibile che dopo tanto tempo non avessero ancora capito che non sarei tornato? Avevo corso per tutto il tempo, a nord. Dovevo essere arrivato in Canada, o in Alaska, ma sentivo ancora le voci del branco che mi imploravano di tornare o che mi chiedevano come stessi, cosa stessi facendo, dove fossi finito. La distanza non aveva creato disturbi alla comunicazione. Ma adesso sentivano solo i pensieri, non anche le emozioni. Non rispondevo mai ai loro richiami. Cercavo di far tacere Jacob Black, che forse si sarebbe fatto convincere a tornare. Ma il lupo aveva il sopravvento, doveva avere il sopravvento. Perché da umano ero più debole, più incline al dolore. Quel dolore insopportabile che solo gli umani sono capaci di provare. Quella sorta di oppressione al petto che ti impedisce di pensare, agire o fare qualunque cosa razionalmente. Come lupo invece potevo mantenere la lucidità. E non ero certamente l’unico ad avere deciso di rimanere lupo per sempre. Ciò di cui non ero sicuro era quanto sarebbe durata la mia esistenza. Jake, dicci dove sei, lascia che ti raggiungiamo! Embry era sfinito. Da molto lui e Quil dormivano pochissimo perché perlustravano i boschi alla mia ricerca. Il tono della sua voce indicava che era totalmente affranto, non ce la feci a resistere anche questa volta. Quil sta andando a est, io a nord. Continuò. Embry, non so nemmeno io dove mi trovo. Jacob, sei davvero tu che hai parlato? Chiese Quil. Molto divertente. Ragazzi, vi prego, ho bisogno di stare un po’ per conto mio. Risposi cercando di contenermi. Allora facciamo un patto: noi non veniamo e non ci facciamo sentire per un mese, ma dopo o tu torni indietro, o ci dovrai dire dove ti trovi e ti raggiungeremo. Disse Embry. E non ci sono obbiezioni. Aggiunse Quil. Okay, d’accordo. E continuai a correre. Non riuscivo a fermarmi e non sentivo bisogno di cibo o acqua. Se la strada era sgombra, chiudevo gli occhi per qualche secondo. E allora vedevo il volto di Bella l’ultima volta che ci eravamo visti e sentivo le sue ultime parole. Io le avevo detto che potevamo provare ad essere amici, e lei aveva risposto che non era possibile, visto l’amore che c’era tra noi. E aveva ragione. Ma quell’amore non era sufficiente, perché lei amava il succiasangue più di quanto avrebbe mai potuto amare me. Avevo lottato, anche barando, ma come le avevo detto una volta, potevo sconfiggere le nuvole, ma non potevo competere con un’eclissi. La sua luna aveva eclissato il mio sole, e la nostra terra lo aveva accettato. Questo significava che lei avrebbe superato la mia assenza dalla sua vita, quindi non aveva senso continuare a vederci. Se telefonava, Billy inventava una scusa. Se veniva a cercarmi, ero da Emily. Se veniva anche lì, mi nascondevo nel bosco. Era meglio troncare il rapporto e sperare che le cose si sistemassero. Non dovevo aspettarla, non sarebbe servito a nulla se non a farmi soffrire di più, e io non riuscivo a immaginare un dolore più grande dell’agonia nella quale mi trovavo già. La consolazione – ma anche la parte più complicata – era che solo metà di me stesso amava Bella. Essendomi innamorato di lei prima della trasformazione da uomo a licantropo, non avevo ancora avuto l’imprinting. La mia parte da umano era innamorata di quella ragazza, mentre il lupo non provava che simpatia per lei. Che cosa complicata! Perché diavolo dovevo pensare così tanto? Perché volevo a tutti i costi ricordarmela? I nostri abbracci, i nostri baci, le nostre mani intrecciate, il suo profumo… perché mi ostinavo a pensarci? Credevo davvero che avrei rivissuto momenti del genere? Ero un lupo gigante che spaventava gli animali del bosco. Non mi sarei mai più innamorato, non sarei più stato felice e dovevo accettare il fatto che non avrei mai più visto Bella, almeno non quella mia. La mia Bella sarebbe presto morta, e speravo che avrebbe trascinato via con sé i miei ricordi. Lottando contro l’odio, cercavo di immaginare lei vampira: la sua pelle color avorio sarebbe diventata di marmo bianco; i suoi occhi color cioccolato sarebbero diventati prima rosso sangue, pieni di fame e aggressività, poi color topazio liquido; la sua dolce goffaggine era destinata ad essere sostituita dall’agilità; le guance non si sarebbero mai più imporporite; il suo profumo non si sarebbe più diffuso, sostituito dall’odore dolciastro e pungente che brucia le narici a noi lupi, ma che agli umani sembra tanto soave. Quell’odore che scatena in me la voglia di mordere, di distruggere, di fare a pezzi loro. Avrei mai potuto provare questo odio e questa aggressività verso Bella? Quella Bella che era la mia migliore amica e il mio amore? Quella che adoravo tenere per mano passeggiando sulla spiaggia? E così mi ritrovai in lotta con me stesso, non riuscendo a trovare un compromesso tra Jacob umano e Jacob lupo. Bisognava scegliere. E io lo avevo fatto, ormai. Lupo per sempre. Riacquistando lucidità, mi resi conto che stavo ululando alla luna più forte che mai, mentre correvo a una velocità impressionante. Alle mie spalle c’erano solo piccoli alberelli che avevo travolto. Allora mi imposi di fermarmi. Ma lo feci troppo di botto, quindi sbattei contro un grande albero, abbattendolo. Ebbi la prontezza di spostarmi, ma non fui abbastanza veloce a causa dei miei sensi intorpiditi e una zampa rimase incastrata. Senza difficoltà, spostai il tronco e mi liberai. La zampa era rotta, ma si rimise apposto in pochi secondi. Era divertente quando le ossa si ricomponevano, perché sentivo un formicolio, un solletico interno. Mi resi improvvisamente conto che ero tornato con i piedi per terra. La luna e le stelle brillavano con intensità. Il rumore scrosciante di un piccolo corso d’acqua rompeva il silenzio del bosco. Oltre ad esso, pensavo di essere solo, quando uno scoiattolo saltò agile da un ramo all’altro. Mi dissetai e mi bagnai le zampe e la testa per rinfrescarmi. Volevo tentare di riposarmi, così appoggiai la testa sulle zampe e chiusi gli occhi. Sentivo un debole fruscio. Drizzai le orecchie e mi guardai intorno. Si sentiva il singhiozzare di qualcuno. Dopo qualche minuto, sbucò dagli albero una ragazza. Fortunatamente non mi poteva vedere, essendo umana, come io vedevo lei. C’era troppo buio nonostante la luna. Si sedette, ovviamente sfinita, sul tronco che avevo abbattuto. Mi avvicinai, attento a non farmi vedere, per poterla osservare meglio. Aveva più o meno la mia età. Le scarpe da ginnastica, i jeans e la maglietta erano macchiati e strappati. I capelli lisci avevano foglie, ramoscelli e polvere. Ma il viso era spettacolare. Nonostante fosse sporco di polvere impastata con le lacrime, era divino. I suoi occhi brillavano, ma non riuscivo a capire di che colore fossero. La pelle era chiara e gli zigomi delicati. La bocca era piccola e rosea, le labbra sembravano petali di rose, morbide e lisce, vellutate. Era un angelo. Quando si passò una mano sul viso per asciugare le lacrime, vidi la mano più graziosa che avessi mai visto. Okay, non avevo visto tante ragazze nella mia vita oltre mia madre, le mie sorelle, le ragazze di La Push e delle riserve vicine e Bella, ma non ero in grado di immaginare che potessero esistere altre mani come quelle. Il mio cuore batteva e avevo voglia di confortarla, di accarezzarla, di respirare il suo profumo. Non lo avevo ancora annusato, ma una creatura angelica come quella non può non avere un profumo celestiale. Cercando di non fare rumore, mi allontanai per cercare aiuto. Ero una specie di mostro, un lupo dalle dimensioni di un orso, non potevo mica sbucarle davanti. Sarebbe morta di paura. Corsi per un po’, quando sentii delle voci nei pressi di una radura. - Dove può essere finita? – chiese una ragazza dai lunghi capelli neri. Era visibilmente preoccupata. - Allison, calmati. Adesso l’andiamo a cercare. – le rispose con calma un ragazzo. - E io dovrei inoltrarmi nel bosco, dove ci sono orsi, lupi e chissà cos’altro? – aggiunse un’altra ragazza. Era più bassa di Allison, bionda e vestita in maniera non esattamente consona per una gita nei boschi: stivali col tacco, minigonna, top molto stretto coperto di pailettes. - Mandy, ma tu non cambi mai? – le rispose un altro ragazzo. - Forse sarebbe meglio se tu restassi qui, se preferisci restare sola… - disse Allison. Mandy prese una torcia e disse: - Andiamo. Fortunatamente presero la strana giusta. Per trovare la strada del ritorno attaccarono piccole palline fluorescenti sugli alberi. Io tornai velocemente dalla ragazza-angelo. Non la trovai più. Si era alzata e si era allontanata, ma fortunatamente non da molto. Stava predendendo una via sbagliata, di quel passo non si sarebbe mai incontrata con i suoi amici. Cosa potevo fare? Si sarebbe spaventata se mi avesse visto! Ma la chiave era proprio la paura. Le sbucai davanti mostrando le zanne e ringhiando. Come previsto, cominciò a correre nella direzione opposta. Mi assicurai che mantenesse la strada giusta e dopo un po’ sentì dei passi. Rallentò e chiese: - Ragazzi, siete voi? - Layla? Layla, si, siamo noi! Si incontrarono e la prima ad abbracciare quell’angelo chiamato Layla fu Allison. Erano tutti più tranquilli. Dopo averla abbracciata a turno, cercarono di farsi spiegare cosa fosse successo, come si fosse persa, ma lei disse solo: - Non possiamo restare qui, vi racconto tutto dopo. Seguirono la pista che avevano lasciato. Accesero un fuoco mentre raccoglievano le loro cose. Layla si lavò il viso e si sedette vicino al fuoco. Uno dei due ragazzi le portò una coperta e gliela mise sulle spalle. Quando tutti si sedettero, Allison disse: - E’ tutto pronto. Quando sarai più tranquilla potremo andare. - Intanto racconta – aggiunse Mandy. - Be’… io e Nicholas eravamo andati a cercare della legna per il fuoco. Mi sono allontanata un po’ troppo e mi sono ritrovata sola. Poi ho sentito un botto, come un albero che cadeva. Dopo aver corso ho trovato un tronco abbattuto e mi ci sono seduta. Poi, ho sentito degli strani rumori, mi sono spaventata e sono corsa via. Improvvisamente – e qui cominciò a tremare e piangere – mi è sbucato davanti un animale. Sembrava un enorme orso dalle dimensioni, molto peloso. Ma non aveva il muso da orso. Sembrava più che altro… un lupo. Sono corsa via e poco dopo vi ho incontrati. La cosa strana… la cosa strana è che non mi ha seguita. Come se il suo unico obiettivo fosse quello di spaventarmi. - Storia fantasiosa. – commentò Mandy. - Amanda, era spaventata. Probabilmente non era neanche un animale feroce. – disse quello che, capii, doveva essere Nicholas. Layla non sembrava essere d’’accordo, era sicura di ciò che aveva visto, ma rispose: - Probabilmente. Si alzò e salì in macchina, insieme agli altri. Accesero il motore e diedero gas. Layla si voltò e guardò in giro sospettosa. Io non mi spostai di un centimetro, volevo godermi il più possibile la vista di quell’angelo. Ma mentre la fissavo, i suoi occhi curiosi trovarono i miei. Era troppo tardi per distogliere lo sguardo, ormai si era resa conto che qualcuno… qualcosa era lì. La stessa cosa che prima l’aveva spaventata a morte. Vidi la sua fronte corrucciarsi perché non capiva, e uno sguardo incuriosito e sorpreso allo stesso tempo. Poi si girò, senza fare o dire niente. Sapeva che non l’avrebbero creduta, e ne ero felice.
Ritornato al mio tronco abbattuto, mi sdraiai. Ero diverso. Avevo fatto di nuovo parte di qualcosa di reale. Avrei voluto sapere di più su di loro, ma non potevo. Ero un lupo, e ciò dovevo rimanere. Non potevo ritornare sui miei passi per una semplice serata tra umani. I pensieri furono sopraffatti dal sonno. Mentre dormivo, però, dei flash si fecero largo nella mia testa. I primi erano di Bella. Mi tornò in mente la prima volta che avevamo parlato, sulla spiaggia, quando lei aveva fatto la civetta per farmi raccontare la storia dei Cullen e dei licantropi. Poi, il suo ballo di fine anno. Aveva una gamba ingessata. Indossava un meraviglioso vestito blu con svolazzi di seta e chiffon. Troppo appariscente per essere di suo gusto. Era ovvio che non lo aveva scelto lei. I suoi capelli solitamente lisci erano stati fatti a riccioli, con fiori appuntati. Poi venne il ricordo di lei che mi veniva a trovare dopo che il succiasangue l’aveva lasciata. Era irriconoscibile. Odiavo quel parassita per averla ridotta così, ma allo stesso tempo mi aveva lasciato la pista libera. Ma uno dei momenti più significativi per me era la sera della mia trasformazione. Io e lei, con un suo amico, Mike, eravamo andati al cinema. Quello si era sentito male, e nel frattempo io e lei avevamo parlato. Ogni singola parola era impressa nella mia mente: - Aspetta un minuto, Bella, per favore. Dimmi una cosa. - Cosa? - Ti piaccio, vero? - Si, lo sai anche tu. - Più di quel pagliaccio che sta vomitando l’anima là dietro? - Si. - Più di tutti i ragazzi che conosci? - Anche più di tutte le ragazze. - Ma non c’è altro. - Si. - Va bene così, sai. Mi basta sapere che ti piaccio più di tutti. E che pensi che io sia, come dire, bello. Sono pronto a perseguitarti per sempre. - Non cambierò idea. - C’è ancora quell’altro, vero? Non sei obbligata a parlarne. Ma non prendertela con me se ti ronzo attorno, okay? Perché non intendo rinunciare. Ho un sacco di tempo. - Non dovresti sprecarlo con me. - E’ ciò che voglio, ammesso che a te faccia piacere starmi accanto. - Non riesco a immaginare come potrebbe non farmi piacere stare accanto a te. - E’ già abbastanza. - Ma non aspettarti altro. - Non ti da fastidio, vero? - No. - E non ti interessa cosa pensa lui. - Direi di no. - E allora dove sta il problema? - Il problema è che io e te diamo allo stesso gesto due significati diversi. Questa frase risuonò come un eco. Da allora, davo due spiegazioni, due significati a ogni cosa che facevo con Bella. Il nostro ultimo bacio, ad esempio. lei aveva ricambiato. Perché? Per amore? Per pietà? Perché non voleva che morissi? In ogni caso, un po’ mi amava. Non intensamente, non ardentemente come speravo, ma mi amava. Improvvisamente, la mia parte da lupo scacciò quelle immagini. Vedevo Layla, seduta sul tronco che avevo buttato giù. Era così bella… non riuscivo a immaginare cosa più perfetta al mondo. Le sue mani delicate, le sue labbra simili a petali di rosa… sognai di tenerla per mano e accarezzarle i capelli. Ero attratto da lei e una volta che mi venne in mente non riuscii più a togliermela dalla testa. Sentivo che lei poteva alleviare il dolore di Jacob uomo. Al mio risveglio decisi: ci dovevo provare. Sentii una voce nella mia testa. Era Embry: Provaci. Disse. Non mi ero accorto che questi pensieri fossero così forti da farsi sentire a kilometri e kilometri di distanza. Anche Quil si unì alla “conversazione”: Jake, non hai niente da perdere. Grazie ragazzi.. La prospettiva non era brutta. Ma avevo un grosso dubbio: avevo avuto l’imprinting? Io lupo avevo già fatto di Layla il centro dell’universo, la ragione di vita. Io umano no. Insomma, era bella, ma non la conoscevo. Non riuscivo a capire. Metà me era rimasto folgorato e, sì, aveva avuto l’imprinting. Mentre l’altra metà era stata toccata solo leggermente, e amava ancora Bella. Ma complicarmi la vita con quei pensieri non serviva a niente. Il sole era alto e io ormai ero sveglio. Mi alzai e corsi fino alla città più vicina. Arrivai a un viale alberato. A terra giacevano foglie gialle e rosse. Me ne ero andato da La push in estate ed era già autunno? Wow. Mi nascosi dietro un albero e lì, lì tornai ad essere Jacob: semplice ragazzo, 16 anni, 1,95, licantropo. Sentii dei rumori sulla strada e uscii leggermente la testa per vedere se ci fosse qualcuno. E c’era. Una delle ultime persone che mi aspettassi di vedere lì mi fissava e sorrideva, ma con una certa malinconia.
Edited by Lady_of_Glow - 11/6/2009, 21:38
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